[UN CUORE PER DUE] Chapter two.

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ƒleur du mal.
view post Posted on 5/3/2012, 16:53




Un cuore per due

Chapter two



Lucius
<<E allora? Che hai deciso,vampiro?>> disse Lucius, interrogativo.
Il ragazzo dai capelli rossi alzò di qualche centimetro la testa, seduto a gambe incrociate sul letto. Il suo sguardo contornato da folte ciglia ramate era perso, posato dietro le spalle dell'altro vampiro.
Il suo sguardo stralunato era motivo di curiosità per Lucius: perchè lo guardava in quel modo? Un pensiero si affacciò nella sua mente, toccò immediatamente la sua indole da vampiro, "attivando" la fuoriuscita dei canini dal labbro superiore.
Si sta prendendo gioco di me? pensò, infastidito e irato allo stesso tempo, mentre lo guardava ora diffidente. Oh, gli avrebbe dato una bella lezione,se era così. Non se la sarebbe mai scordata.
Delicatamente appoggiò una mano al letto, molto vicino a dove Miles era seduto, come per saggiare la morbidezza del materasso e quanto quello avrebbe retto il suo peso. Poi si sedette lentamente. In effetti aveva sulle spalle molti anni di vita...Il suo aspetto non era invecchiato, ma la sua anima sì,se ce l'aveva.
Si dipinse in volto il sorriso più beffardo che aveva nel suo repertorio,poi lo guardò.
<<Me lo dici o no il tuo nome? Non ti mangio,sai.>> soffocò un risolino, coprendosi le labbra carnose con una mano. Fu inevitabile per lui aggiungere un Non ancora... mentale, dopo aver parlato.
Da quando l'aveva visto aveva provato l'istinto primordiale di morderlo e possedere il suo sangue, rinvigorirsi con quel denso liquido che scorreva nelle sue vene.Strano no?
Solitamente a un vampiro accadeva ciò con il suo consorte, ovvero il vampiro che aveva scelto di onorare ed amare per tutta l'eternità. Ora, basti pensare al fatto che a un neo-vampiro, sapere di avere l'immortalità -anni interi ed infiniti davanti a dè - non porta a riflettere assolutamente all'amore della propria eternità. Facilmente gli esseri zannuti - come si divertiva Lucius a descrivere la sua razza - si abbandonano alla lussuria. A cosa serve l'amore, quando si ha una propria storia infinita, da scrivere?
E invece lui no: il vampiro più sexy del mondo si ritrovava ora a osservare un altro vampiro altrettanto sensuale, seduto di fianco a lui, che ancora non rispondeva.
Lucius aggrottò la fronte davanti al su restìo: non voleva rispondere, anzi, sembrava non essersi affatto accorto di lui.
Portò la sua mano ben curata al volto di lui, e dopo una breve carezza, lo obbligò a guardarlo con forza, afferrandogli il mento.
<<Gotov? [ndr. "pronto?" in russo]>>
Lucius non ne era sicuro, ma gli occhi scintillanti di lui denotavano ammirazione, e forse qualcosa di più.

Miles
Stavo ancora nuotando nel mare caldo della sua voce.
Stranamente, la sua malia funzionava su di me, l'unico problema era che...lui non la stava usando. Era la mia anima dannata a correre verso la sua.
Continuai a fissarlo inebetito per chissà quanto tempo: ore? Minuti? Qualche secondo?
Fatto sta che il piacevole torpore che mi aveva trascinato lontano svanì quando mi afferrò con crudeltà il mento e mi obbligò a guardare nei suoi occhi.
Un gemito fuoriuscì dalle mie labbra, sperai con tutto me stesso che lo scambiasse per un lamento a causa del dolore. La verità era che mi piaceva ciò che stava facendo.
<<Matushka Rossiya [ndr. "Madre Russia" in russo], ci sono! Non c'è bisogno di tanta cattiveria.>> Gli strizzai l'occhio: questo poteva risultare un gesto malizioso.
Poi mi scostai bruscamente dalla sua morsa, e presi a massaggiarmi lentamente mascella e mento, mentre lo guardavo torvo.
Questo lo fece infuriare,perchè scoprì i suoi canini appuntiti in un'espressione davvero terrificante.
<<Allora rispondi!>> Sbottò lui, alzando di qualche tono la voce, ma non fece in tempo a finire che risposi alla sua domanda precedente. <<Mi chiamo Miles Lejkin.>>
Abbassai lo sguardo. Il nome della mia famiglia era rinomato a Mosca, tra i vampiri. Non è da fraintendere: non siamo mai stati un parentado in vista...Più che altro eravamo nei pensieri e nelle bocche di tutti a causa del nostro passato. Molti Lejkin erano stati assassinati durante la Seconda Guerra Mondiale, altri erano spietati criminali. Mia madre Nikolaevna diceva addirittura che molti di noi erano stati infiltrati, operavano e stavano al servizio delle SS.
Quando rialzai lo sguardo, notai con sorpresa che Lucius non si trovava più dinanzi a me. Mi guardai intorno ancora una volta, per poi vedere con sorpresa che ora sedeva vicino a me.
Reggeva tra le mani una candida tazzina di porcellana, con alcune decorazioni dorate. All'interno una sostanza cremisi, apparentemente densa e fumante, mi chiamava.
<<Bevi.>> mi ordinò lui. E così io feci. Portai la tazzina alle labbra e ordinai ai canini di rivelarsi. Il richiamo di quel sangue caldo era così forte che affondai automaticamente la mia bocca in quel concentrato di energia.
<<Tu...chi sei? perchè mi hai portato...qui?>> Non sapevo esattamente se quella era la sua casa principale. Io la mia l'avevo persa da tempo, e a differenza di tanti vampiri, ne possedevo solo una. Consumai il contenuto della tazzina rapidamente, e il mio stomaco sussultò ringraziandomi.
Mi alzai facendo peso sulle ginocchia,e lentamente mi avviai a una piccola scrivania di mogano, dove posai la ciotolina di pocellana da cui avevo bevuto.
Poi mi voltai a guardarlo, aspettando ansiosamente la replica alla mia domanda. Qualcosa mi diceva che ciò che stava per dire non mi sarebbe affatto piaciuto...
 
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